Le Comete
Visitatori dallo Spazio Profondo
Le comete sono probabilmente tra gli oggetti celesti piu' affascinati e spettacolari: quando apparivano in cielo,
turbando l'apparente armonia dei movimenti celesti, i nostri antenati le associavano ad eventi straordinari,
convinti come erano del profondo legame tra Cielo e Terra per cui quello che accadeva sulla volta celeste doveva
essere il presagio di qualcosa che sarebbe avvenuto sul nostro mondo terreno. E niente poteva essere cosi'
straordinario e drammatico se non qualche catastrofe o sciagura: ecco allora che anticamente l'apparizione di
questi astri chiomati veniva vista con preoccupazione se non proprio con terrore dalle popolazioni; questa
consuetudine, ovviamente del tutto falsa e dedatta solo dall'ignoranza, prosegui' in realta' fino all'inizio del
XX secolo. Tuttavia uomini di scienza anche nell'antichita'avevano tentato di dare una spiegazione razionale
alle loro improvvise apparizioni e altrettanto veloci sparizioni, considerandole come
Aristotele384 A.C. - 322 A.C. Considerato uno dei maggiori intelletti di tutti i tempi
spazio' con le sue attivita' su molteplici campi delle conoscenze umane dell'epoca. E' considerato uno dei padri
del pensiero filosofico occidentale insieme a Platone e Socrate. come emanazioni dell'atmosfera
terrestre; bisognera' aspettare il XVI secolo prima che si cominciasse a pensare di considerarle come oggetti
orbitanti intorno al Sole. Il primo a propugnare tale teoria fu l'astronomo danese
Tycho Brahe14/12/1546 - 24/10/1601, definito anche come l'ultimo grande astronomo prima
dell'invenzione del telescopio. ma ancora nel 1618 per lo stesso
Galileo Galilei15/02/1564 - 08/01/1642, astronomo, matematico e fisico, considerato
universalmente come il padre fondatore della scienza moderna. erano solamente addensamenti di vapori
terrestri. La svolta decisiva nella comprensione della reale natura delle comete venne pero' solo con
Edmond Halley08/11/1656-14/01/1742. Astronomo, matematico, fisico, climatologo,
geofisico e meteorologo inglese. Uno dei maggiori astronomi di tutti i tempi, il suo nome e' indissolubilmente
legato alla cometa di cui scopri' la periodicita'. quando nel 1705 pubblico' un lavoro in cui si ipotizzava che le comete osservate nel 1456, 1531,
1607 e 1682 erano lo stesso oggetto che percorreva un'orbita intorno al Sole della durata di 76 anni. Halley
predisse il ritorno della cometa per il 1758 cosa che puntualmente avvenne anche se lui non pote' vederla in
quanto mori' nel 1742; la cometa fu chiamata in suo onore
Cometa di Halley. Ancora altro tempo occorse perche' ci si rendesse conto della reale natura fisica di questi
oggetti, fatti piu' che altro di polveri impalpabili e gas molto rarefatti, esplusi dal piccolissimo nucleo grazie
all'azione della radiazione solare.
Sono tantissime le comete osservate dagli esseri umani fin dall'antichita' e ancora di piu' sono quelle che
sono state scoperte negli ultimi anni, grazie ai metodi di ricerca moderni: non e' piu' pero' come nei primi
secoli do l'invenzione del telescopio, quando la caccia alle comete era l'attivita' primaria degli astronomi,
oggi le comete vengono piu' che altro scoperte per caso da strumentio astronomici impegnati in altri tipi di
ricerche. La maggior parte di questi oggetti sono piccoli e deboli e non suscitano l'attenzione del grande
pubblico, a volte pero' viene individuato un oggetto particolarmente luminoso e la meraviglia e lo stupore che
suscitano in chi le osserva sono gli stessi di quelli provati dai nostri antenati, tanti secoli fa.
In questa piccolissima raccolta fotografica ho inserito alcuni degli oggetti che ho avuto la fortuna di
osservare e fotografare durante la mia attivita' astronomica, le immagini probabilmente non rendono giustizia
della loro reale bellezza e del fascino che hanno suscitato a chi le ha viste con i propri occhi.
C/1989 X1 - AUSTIN (1989-90)
Questa galleria di immagini inizia, in realta' con una foto non mia: il soggetto e' la cometa scoperta
dall'astrofilo non-professionista Rodney R.D.Austin della Nuova Zelanda il 6 dicembre 1989 e chiamata percio'
Cometa di Austin
e classificata come 1989c1 prima della revisione nella classificazione delle comete e quindi ora nota come
1989 X1. Alla data della scoperta si trovava ancora molto lontana dal Sole, a circa 350 milioni di km, per cui si
penso' che potesse aumentare notevolmente di luminosita' e generare un grande spettacolo nel cielo; invece deluse
le aspettative del grande pubblico anche se non quelle degli appassionati e degli astronomi: e' stata infatti una
cometa molto interessante, con una bella coda filiforme che mostro' anche un raro fenomeno di spezzamento. Passo'
al perielio, punto dell'orbita della cometa piu' vicino al Sole, il 9 aprile 1990 ben all'interno dell'orbita di
Mercurio e divenne un oggetto fotografabile per gli osservatori dell'emisfero boreale. La cometa aveva
un'eccentricita' tale per cui non ritornera' mai piu' vicino al Sole: in altre parola questa e' stata la prima ed
unica volta in cui occhi umani hanno potuto ammirare questa cometa.
La foto, come ho specificato all'inizio, non e' mia ma del mio amico astrofilo Alfredo Bolognesi scomparso nel
2019. Ad Alfredo devo moltissimo: mi ha insegnato tantissime cose e la sua intelligenza, le sue capacita' ed il
suo genio gli avevano permesso di creare degli strumenti rivoluzionari per l'astrofilo. La foto e' qui non tanto
per ricordare la Cometa di Austin ma per ricordare un amico generoso ed altruista, con cui io e tanti altri amici
abbiamo passato gli anni della nostra giovinezza. Buon Viaggio Alfredo e Grazie.
C/1995 O1 - HALE-BOPP (1996-1997)
La Cometa Hale-Bopp
e' stata probabilmente la cometa piu' osservata degli ultimi decenni e uno degli oggetti piu' cospicui dell'intero
ventesimo secolo. Scoperta indipendentemente dall'astronomo americano
Alan HaleNato in Giappone il 7 marzo 1958 fu militare nella Marina americana e si
laureo' presso l'Accademia Navale; lavoro' presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA dove collaboro' alla
progettazione di diverse sonde spaziali tra cui la Voyager 2, si laureo' in seguito in Astronomia e
dedico' gran parte della sua attivita' alla ricerca di comete. e dall'astrofilo, sempre americano,
Thomas Bopp
15/10/1949 - 05/01/2018. Astronomo americano appassionato di astronomia fin dalla tenera eta', coscopritore
della Cometa Hale-Bopp. il 23 luglio 1995, sali' immediatamente all'attenzione degli astronomi in
quanto si trovava ad una notevole distanza dal Sole tra le orbite di Giove e Saturno, dove i normali corpi cometari
sono praticamente inattivi e pressoche' invisibili: questa cometa invece non solo risplendeva all'undicesima
magnitudine ma aveva gia' sviluppato una chioma di tutto rispetto. Le analisi mostrarono un nucleo delle dimensioni
probabili di almeno 50 km, circa il triplo di quello della Cometa di Halley; tuttavia gli astronomi furono
molto cauti all'inizio nelle previsioni di visibilita', in quanto e' sempre assai difficile prevedere con
esattezza la luminosita' di una cometa quando inizia ad avvicinarsi al Sole.
La grande cometa Hale-Bopp, fotografata nel 1997 con un teleobiettivo e una fotocamera Olympus OM-1 su pellicola a colori Kodak 3200 ISO. Questa immagine e' stata ripresa da Campo Felice (Abruzzo), una regione montuosa a circa 1.400 metri sul livello del mare nel centro Italia, grazie alla collaborazione con l'amico Luciano Quaglietti.
La Hale-Bopp in una fotografia eseguita con un teleobiettivo da una localita' in prossimita' di Sassari. La cometa e' di poco al di sopra dell'orizzonte infatti sono visibili le chiome piu' alte di un albero; anche se la localita' si trova al livello del mare e quella sera il cielo non fosse molto trasparente, e' chiaramente visibile la coda blu di ioni. Foto Massimo Dionisi
Invece la prudenza iniziale della comunita' scientifica si rivelo' ingiustificata: la cometa divenne infatti
visibile ad occhio nudo gia' nell'estate del 1996, molti mesi prima del suo passaggio al perielio, il punto
della sua orbita piu' vicino al Sole. Verso la fine dell'anno diminui' un poco la sua luminosita' ma quando
riapparve nel cielo a gennaio 1997, dopo essere stata prospetticamente molto vicina al Sole e quindi non
osservabile, divenne sempre piu' luminosa tanto da essere visibile anche nei cieli fortemente inquinati delle
grandi citta'. La sviluppo e la diffusione di Internet, che avveniva proprio in quegli anni, favori' la
diffusione presso il grande pubblico di una grande quantita' di immagini ed informazioni sulla cometa, che divenne
rapidamente l'oggetto celeste piu' seguito ed osservato di tutti i tempi. Nel febbraio del 1997 divenne un
cospicuo oggetto di seconda magnitudine e inizio' a sviluppare due code molto evidenti: una di gas ionizzati,
detta anche infatti di ioni, e una di polveri.
Nel suo avvicinamento al Sole la superficie del nucleo cometario viene progressivamente riscaldato dalla
radiazione solare e la mistura di ghiacci d'acqua, anidride carbonica, ammoniaca, metano e altri elementi, quello
che l'astronomo
Fred Whipple 05/11/1906 - 30/11/2004. Astronomo americano studioso di comete, conio' la
definizione "palle di neve sporche" per indicarle; scopri' anche diversi di questi oggetti. definiva
"ghiaccio sporco", sublima passando quindi dallo stato solido direttamente a quello gassoso; in questo processo
vengono trasportati anche le particelle di polvere e rocce inglobate all'interno dei ghiacchi, formando cosi'
una chioma diffusa che circonda il nucleo cometario. La radiazione solare non comporta pero' soltanto il
riscaldamento del nucleo, essa esercita anche una vera e propria pressione, chiamata per l'appunto
pressione di radiazioneE' definita come la pressione che viene esercitata su un corpo
quando viene esposto ad una radiazione elettromagnetica: questo avviene perche' le onde elettromagnetiche, oltre a
trasportare energia, trasportano anche quantita' di moto. a cui si deve aggiungere anche l'azione
esercitata dal vento solare
Flusso di particelle cariche emesso dal Sole e generato dalla continua espansione nello
spazio della corona solare. E' composto da protoni ed elettroni accelerari a grande velocita'. che
contribuisce in maniera determinante nell'allontanare sia il pulviscolo sia i gas dalla chiome della cometa.
L'effetto finale ricorda quello del vento sulla Terra, per cui sia gas che polveri vengono spazzati via dalla
cometa: si creano normalmente due code perche' le polveri hanno una massa maggiore e tendono a seguire il percorso
orbitale della cometa, quindi la coda di polveri sara' incurvata; viceversa quella di gas sara' dritta e sempre
opposta al Sole, sia nella fase di avvicinamento al nostro astro centrale sia quando la cometa si allontanera'
nelle fredde regioni esterne del Sistema Solare, creando quindi l'effetto di una coda che "precede" il nucleo
della cometa. La coda di polveri diviene luminosa per effetto della riflessione dei raggi solari, per cui
apparira' di un colore giallastro, i gas verranno invece eccitati dalla radiazione e dal vento solare che quindi
si ionizzeranno ed emetteranno una luce piu' bluastra. Esattamente quello che accadde anche alla Hale-Bopp, con
le due code ben distinte ed evidenti.
Le sottili trame della coda di ioni della cometa Hale-Bopp sono visibili in questa foto, ripresa con telescopio riflettore Newton da 150mm aperto a f/6, da una localita' a pochi chilometri dalla citta' di Sassari. La gialla coda di polveri e' molto brillante e ricopre la maggior parte del campo inquadrato. La foto e' stata eseguita inseguendo il moto della cometa, per questo motivo le stelle appaiono come dei trattini. Foto Massimo Dionisi
La Hale-Bopp venne osservata anche durante l'eclissi totale di Sole che avvenne in Mongolia il 9 marzo 1997,
quindi in pieno giorno e transito' nel punto della sua orbita piu' vicino alla Terra il 22 marzo 1997 anche se
a una distanza di ben 196 milioni di km. Malgrado questo divenne l'ogetto piu' luminoso di tutto il cielo
notturno a parte Sirio e quando raggiunse il punto piu' vicino al Sole, il 1 aprile 1997, le sue code avevano
raggiunto un'estensione che copriva meta' del cielo. Fu allora chiaro a tutto noi che la stavamo osservando come
un'apparizione del genere potesse suscitare timore se non terrore nel cuore dei nostri antenati: oggi noi
comprendiamo la reale natura delle comete ma centinaia o migliaia di anni fa esse apparivano come eventi
prodigiosi, del tutto al di fuori dell'esperienza e della comprensione umana; facile allora associare la loro
apparizione nei cieli ai tanti eventi disastrosi che hanno costellato la storia dell'umanita'.
La cometa prosegui' il suo percorso nel Sistema Solare allontanandosi progressivamente dal Sole e dalla Terra,
diventando visibile nell'emisfero australe; la sua ultima osservazione a occhio nudo risale al dicembre 1997,
il che porta il periodo totale della sua visibilita' a circa diciotto mesi e mezzo, battendo il record detenuto
dalla Grande Cometa del 1811 che era stato di nove mesi. Nel 2004, quando si trovava ben oltre l'orbita del
pianeta Urano a piu' di tre miliardi di km dalla Terra, era ancora visibile attraverso dei grandi telescopi e
continuava a mostrare le sue due code.
Calcoli ed analisi effettuati sul suo moto orbitale hanno determinato che la Hale-Bopp era probabilmente passata
in prossimita' del Sole circa 4.200 anni fa con una traiettoria quasi perpendicolare al piano dell'orbita
terrestre e a quello degli altri pianeti del Sistema Solare, in questo passaggio e' pero' transitata a non molta
distanza da Giove e il suo potente campo gravitazionale ha alterato la sua orbita: si pensa che adesso il punto
piu' distante dal Sole, chiamato afelio, sia raggiunto dalla cometa ad una distanza di 53.850 miliardi
di km, contro i 78.500 precedenti; dovrebbe essere cambiato anche il suo periodo orbitale, per cui potremmo
rivedere la Hale-Bopp tra "soli" 2.380 anni.
Le luci di una cittadina dell'interland sassarese, sita a pochi chilometri di distanza dal luogo di osservazione,
e le chiome degli alberi strisciate sono il palcoscenico di questa immagine della cometa Hale-Bopp. Foto Massimo
Dionisi.
Tra gli altri risultati scaturiti dalla grande quantita' di ricerche condotte, e' stata rilevata anche la presenza
di una terza coda nella cometa di Hale-Bopp, costituita di sodio. Questo elemento era gia' stato osservato in
precedenza in altre comete ma non aveva mai formato mai una coda, almeno rilevabile dai nostri strumenti. A dire
il vero la coda di sodio della Hale-Bopp era piuttosto debole, si estendeva pero' per ben 50 milioni di km; la
sorgente sembrava interna alla chioma, se non direttamente nel nucleo stesso. L'orientamento era intermedio tra
la coda di polveri e quella di ioni, il che significa che gli atomi di sodio sono stati allontanati dalla cometa
dalla pressione di radiazione proveniente dal Sole.
Tra le altre scoperte si era anche stabilito che le emissioni di gas provenivano da alcuni punti del nucleo della
cometa e non da tutta la superficie in modo uniforme: in queste regioni circoscritte si determinavano dei veri e
propri getti di materiale, gas e polveri, che eruttavano formando prima la chioma e poi le code; in base alle
analisi sul flusso dei materiali fu stabilito che il nucleo della Hale-Bopp ruotava in undici ore e quarantasei
minuti. Fu anche rilevato un altro periodismo di alcuni giorni, il che potrebbe implicare che la rotazione era
estesa a piu' assi.
Questo meraviglioso corpo celeste proveniva probabilmente da quello che viene chiamato il "serbatoio di comete"
che si trova ai confini estremi del nostro Sistema Solare; di questa fredda e lontana regione ho gia' parlato in
altre pagine di questo sito, nella sezione
Mondi Esterni e viene chiamata Nube di Oort.
C/2011 L4 - PANSTARRS (2013)
La cometa C/2011 L4 PanSTARRS fotografata con un teleobiettivo da 200mm f/5.6 ed una fotocamera Canon EOS 350D a
400 ISO con 30 secondi di esposizione. La localita' dove e' stata scattata la foto e' a pochi chilometri a sud di
Alghero (Sassari, Sardegna, Italia), sul lungomare della costa ovest della Sardegna.
Questa cometa fu scoperta il 6 giugno 2011 da un gruppo di ricerca nell'ambito del programma denominato
PAN-STARRSAcronimo per Panoramic Survey Telescope & Rapid Response System e'
un progetto che prevede l'utilizzo di un telescopio da 1,8 metri di diametro localizzato sulla cima del vulcano
spento Haleakala, nell'isola di Maui nell'arcipelago delle Hawaii (Stati Uniti) e dedicato a scandagliare il
cielo alla ricerca di possibili asteroidi a rischio impatto con il nostro pianeta, in maniera automatica ed
estremamente rapida, tanto che e' possibile mappare l'intera volta celeste piu' volte al mese, ottenendo dati
molto precisi sulal posizione e luminosita' di una grande quantita' di oggetti. come un debolissimo
oggetto di quasi ventesima magnetudine ad una distanza di quasi 1,2 miliardi di km dalla Terra; non essendo
possibile attribuire la scoperta a nessun operatore specifico, il suo nome venne attributo al programma
osservativo o meglio al telescopio che lo identifica. Come per il caso della Hale-Bopp, il fatto che questa cometa
fosse stata scoperta a grande distanza dal Sole scateno' l'interesse della comunita' astronomica professionale e
amatoriale, in quanto era possibile che potesse diventare un oggetto molto interessante con una luminosita'
almeno pari a quella della stella
VegaStella principale della costellazione della Lyra visibile dall'emisfero boreale
per gran parte dell'anno, raggiunge la massima altezza sull'orizzonte durante le calde notti estive. E' la
quinta stella piu' luminosa di tutto il cielo ed ha una massa circa il doppio di quella del Sole; di colore
bianco si trova a circa 25 anni-luce dalla Terra. Per via del fenomeno della precessione degli equinozi
era la stella polare 12.000 anni fa e lo sara' di nuovo tra circa 14.000 anni. e che quindi potesse
mostrare una coda di una certa rilevanza. In effetti per un certo periodo di tempo le stime sembravano confermare
le ottimistiche premesse: fu osservata visualmente attraverso un strumento amatoriale per la prima volta il
28 maggio 2012 da J.J.Gonzalez dalla Spagna con un telescopio riflettore da 20 cm di diametro e venne avvistata
ad occhio nudo nel febbraio 2013; raggiunse la minima distanza dalla Terra poco dopo, il 5 marzo, e la minima dal
Sole il 10 dello stesso mese. Le stime pero' erano gia' state corrette al ribasso, in quanto la cometa subi'
due forti diminuzioni nel tasso d'incremento della luminosita', una a gennaio 2013 e una seconda a febbraio;
nonostante questo si mantenne discretamente luminosa, anche se ci fu l'ulteriore complicazione della sua
vicinanza prospettica al Sole proprio durante il periodo di massima luminosita', mantenendosi sempre non molto
lontana dall'orizzonte nord-ovest per gli osservatori dell'emisfero nord.
Questa e' una delle tante comete che non tornera' mai piu' nei pressi del Sole, in quanto la sua eccentricita'
orbitale e' superiore a 1, per cui la forma della sua orbita e' quella di un'iperbole o quasi una parabola non
certo di una ellissi.
C/2013 US10 CATALINA (2015)
11/12/2015 04:35 UT
Telescopio Riflettore Newton diametro 150mm e 900mm di lunghezza focale (f/6)
Montatura EQ6 Pro
Fotocamera Canon EOS 350D, 20 minuti di esposizione a 800 ISO; inseguimento sul nucleo della cometa.
Un'altra cometa con un'orbita iperbolica che la portera' ad allontanarsi definitivamente dal Sistema Solare.
Scoperta il 31 ottobre 2013 da un'altro sistema di monitoraggio automatico del cielo, simile a quello che aveva
scoperto due anni prima la C/2011 L4 PanSTARRS, ma diversamente attrezzato ed organizzato: il
Catalina Sky SurveyProgetto di ricerca condotto dal Lunar and Planetary Laboratory
dell'Universita' dell'Arizona (Stati Uniti), mirato alla ricerca di comete, asteroidi e oggetti Near-Earth (NEO) le
cui orbite possono intersecare quella della Terra e risultare quindi potenzialmente pericolosi. Simile ad altri
progetti come il PanSTARRS e il LINEAR si avvale di tre telescopi dislocati in diverse localita'
della Terra., similmente a quanto accade con molte altre comete, anche a questa fu attribuito il nome
del programma di ricerca non potendo identificare una persona fisica come reale scopritore. Non raggiunse
luminosita' eccezionali, pur superando la soglia di visibilita' ad occhio nudo anche se di poco. Il massimo
avvicinamento al Sole, ovvero il perielio, avvenne 15 novembre del 2015 mentre quello con il nostro pianeta piu'
tardi, il 17 gennaio 2016, pero' alla ragguardevole distanza di circa 108 milioni di km.
Nell'immagine a lato, ripresa dall'autore il giorno 11 dicembre 2015 poco prima dell'alba, sono ben evidenti le
due code: quelle di gas ionizzati che punta verso l'alto in direzione opposta al Sole e quella di polveri, che
curva a destra verso il basso.
11/12/2015 05:28 UT
Teleobiettivo 200mm di focale con fotocamera Canon EOS 350D posta in parallelo a telescopio su montatura EQ6 Pro
Esposizione 5 minuti a 800 ISO.
La cometa era un nuovo oggetto, probabilmente mai passato in precedenza in prossimita' del Sole e proveniente
quindi dal quel serbatorio di comete noto come la
Nube di Oort, ai confini estremi del nostro Sistema Solare. Come accennato all'inizio non tornera' mai piu' in
quanto la sua orbita, che originariamente doveva essere ellittica anche se con un periodo lunghissimo misurabile
in milioni di anni, e' stata modificata dalle perturbazioni gravitazioni dei pianeti durante questo primo ed
ultimo passaggio ed e' quindi divenuta un'iperbole: per questo motivo essa si perdera' per sempre nello spazio
interstellare.
Nell'immagine a fianco la C/2013 US10 CATALINA ripresa con un teleobiettivo poco prima dell'alba la mattina del
11 dicembre 2015: il campo apparente inquadrato e' maggiore di quello dell'immagine precedente, ottenuta con un
telescopio, pero' l'approssimarsi delle primi luci del crepuscolo aveva reso impossibile prolungare ulteriormente
la posa; per questo motivo l'eposizione e' stata piu' breve e le code risultano meno evidenti. Come riferimento
per il campo inquadrato e' stata identificata la stella piu' luminosa visibile nell'immagine, Iota Virginis di
quarta magnitudine.
41P TUTTLE-GIACOBINI-KRESAK
02/06/2017
Telescopio Schmidt-Cassegrain diametro 200mm, lunghezza focale 2000mm (f/10)
Montatura EQ6 Pro
Camera CCD ATIK 16 IC.
Al contrario delle comete che vi ho finora presentato, la
41P Tuttle-Giacobini-Kresak e' oggetto che si trova su un'orbita ellittica sostanzialmente stabile intorno al
Sole: compie infatti una rivoluzione intorno al nostro astro centrale in poco meno di cinque anni e mezzo anche
se la sua eccentricita' e' piuttosto marcata, per cui al
perielioDall'unione di due parole greche peri (intorno) e elios
(Sole) indica il punto dell'orbita di un corpo celeste del Sistema Solare piu' vicino al Sole. si
avvicina al Sole fino a 157 milioni di km, mentre all'afelio
Dall'unione di due parole greche apo (lontano) e elios (Sole) rappresenta il punto dell'orbita
di un corpo celeste del Sistema Solare piu' lontano dal Sole. tocca i 767 milioni di km di distanza,
il che la colloca tra gli oggetti facenti parte della cosiddetta "famiglia di Giove" che raccoglie appunto tutti
i corpi celesti minori del Sistema Solare che hanno un afelio simile a quello del pianeta gigante Giove.
Molto probabilmente anche questa cometa proveniva dalla
Nube di Oort ma durante il suo primo passaggio deve aver subito delle pesanti perturbazioni gravitazionali
da parte dei pianeti, in particolare sicuramente da Giove, che ne hanno modificato profondamenente l'orbita e
rendendola una cometa a corto periodo; sono molti gli oggetti cometari che hanno condiviso la medesima sorte della
41P, tra questi il piu' famoso e' sicuramente la
Cometa di Halley con un periodo di 76 anni. L'accorciamento del periodo orbitale ha fatto si' che i
materiali volatili che si trovavano sulla superficie del nucleo cometario sotto forma di ghiacci si siano
progressivamente andati riducendo con il tempo, per via della maggiore esposizione alla radiazione e al vento
solare: in poche rivoluzioni queste comete periodiche hanno "dilapidato" gran parte del loro serbatoio naturale
di ghiacchi d'acqua, metano, anidride carbonica e ammoniaca che, sublimando, le rendeva splendenti durante i
passaggi al perielio, mentre ora possono mostrare solo deboli chiome e code molto piccole.
In questa immagine, scattata il 2 giugno 2017, la cometa e' stata ripresa con 37 esposizioni da un minuto ciascuna
e poi montate insieme per creare un file GIF animato. Al momento degli scatti essa si trovava a 44,4
milioni di km di distanza dalla Terra e 185,5 milioni di km dal Sole; era gia' passata il perielio precedentemente
il giorno 12 aprile 2017. Grazie a questa animazione e' possibile apprezzare il rapido spostamento della cometa
nell'arco dei pochi minuti richiesti dalla ripresa totale.
17/06/2017 00:35 UT
Telescopio Schmidt-Cassegrain diametro 200mm, lunghezza focale 2000mm (f/10)
Montatura EQ6 Pro
Camera CCD ATIK 16 IC, esposizione 10 minuti
La
41P Tuttle-Giacobini-Kresak ha pero' alcune particolarita' che la rendono un oggetto alquanto interessante sia
per gli astronomi professionisti sia per i dilettanti: nel corso dei cinque anni e mezzo necessari per compiere la
sua rivoluzione intorno al Sole puo' accadere che aumenti improvvisamente in luminosita', specie se si trova in
prossimita' del perielio. Questi veri e propri burst, portano ad un aumento repentino della luminosita'
anche di diecimila volte, ovvero di almeno dieci magnitudini; il fenomeno potrebbe essere dovuto a dei depositi di
varie sostanze ghiacciate situate in profondi anfratti del nucleo della cometa, che con l'avvicinarsi al Sole
sublimano repentinamente passando quindi direttamente dallo stato solido a quello gassoso; questo processo sarebbe
cosi' rapido da generare delle vere e proprie esplosioni. In effetti in passato, in particolare nel 1973, la
cometa aveva aumentato la sua magnitudine di almeno dieci volte portandosi da quattrodici a quattro e sviluppando
una coda di almeno 0,2 gradi: tutto questo nell'arco di una sola settimana. Il mistero e' che questo fenomeno non
avviene periodicamente per tutti i passaggi al perielio ma solo in particolari occasioni; questo fa pensare che
esistano altri meccanismi fisici ignoti sulla superficie o nell'interno della cometa che agiscano come
interruttori casuali che possono innescare il fenomeno.
Questa altra immagine della cometa, ripresa questa volta il 17 giugno 2017, e' un foto "classica", esposta per
dieci minuti; visto comunque il suo rilevante moto proprio avevo scelta di inseguire sul nucleo della cometa
stessa, ottenendo cosi' le stelle "strisciate" come segmenti. Si tratta di una tecnica di ripresa opposta a
quella utilizzata nell'immagine precedente del 2 giugno, dove con pose brevi si ottenenevano le stelle puntiformi
e la cometa si muoveva sul loro sfondo.
29P SCHWASSMANN-WACHMANN 1
08/08/2019 22:22 UT
Telescopio Schmidt-Cassegrain diametro 200mm, lunghezza focale 2000mm (f/10)
Montatura EQ6 Pro
Camera CCD QHY8L raffreddata a -15 gradi centigradi, filtro UHC ed esposizione complessiva di 20 minuti a BIN 2x2.
La cometa 29P Schwassmann-Wachmann 1 fotografata il giorno 8 agosto 2019. Anche questa e' una delle tante comete di bassissima luminosita' ma e' anche un oggetto alquanto interessante, per gli stessi motivi della 41P Tuttle-Giacobini-Kresak: in media ogni anno anche questa cometa e' interessata da burst di un fattore di luminosita' che puo' arrivare a quasi diecimila volte, equivalenti in questo caso ad almeno nove magnitudini. Normalmente la 29P ha una magnitudine pari a 16 ma nei periodi burst arriva alla magnitudine 12 e, talvolta anche alla nona. Ancora una volta si pensa che il fenomeno sia dovuto a sacche di ghiaccio che sublimano in gas in maniera repentina creando cosi' una consistente chioma intorno al nucleo che quindi viene eccitata dalla radiazione solare e diventa luminescente, come il neon all'interno di un tubo quando viene attraversato dalla corrente elettrica. La differenza rispetto alla 41P e' che per la Schwassmann-Wachmann 1 questo avviene in maniera periodica e non necessariamente vincolata alla distanza minima dal Sole, dove sarebbe piu' ovvio visto l'aumento di temperatura. La cometa si trova su un'orbita sostanzialmente stabile e dovrebbe far parte di un nutrito gruppo di oggetti denominati CentauriClasse di planetoidi ghiacciati del Sistema Solare che descrivono un'orbita intorno al Sole compresa fra quelle di Giove e Nettuno; il primo di questi oggetti ad essere stato scoperto fu Chirone nel 1977 del diametro di 166 km e che mostra una doppia natura di asteroide e cometa, sviluppando una chioma nei suoi passaggi al perielio le cui orbite si trovano tra Giove e Nettuno; il suo perielio avviene ad un distanza di 855 milioni di km circa dal Sole e la sua orbita, fortemente perturbata da Giove in passato, e' ora quasi circolare. Al momento di questa foto la 29P si trovava a circa 788 milioni di km dalla Terra e la sua magnitudine nominale doveva essere intorno alla 16,3; se davvero avesse avuto quella luminosita' sicuramente non sarebbe stata visibile nella foto, per cui e' evidente che si trovava in fase di burst e la sua magnitudine doveva essere in realta' intorno alla dodicesima.
260P MCNAUGHT
09/08/2019 00:00 UT
Telescopio Schmidt-Cassegrain diametro 200mm, lunghezza focale 2000mm (f/10)
Montatura EQ6 Pro
Camera CCD QHY8L raffreddata a -15 gradi centigradi, filtro UHC ed esposizione complessiva di 20 minuti a BIN 2x2.
La cometa 260P McNaught appartiene, come la 41P Tuttle-Giacobini-Kresak, alla famiglia di Giove in quanto il suo afelio si trova a circa 877 milioni di km dal Sole, quindi compatibile con la distanza media di Giove dal Sole. Anche in questo caso troviamo un'orbita fortemente ellittica con un perielio a poco meno di 224 milioni di km dalla nostra stella ed un periodo di rivoluzione di circa 7 anni. In questa foto, come nella seguente, la cometa mostra un accenno di coda che non si e' potuto evidenziare meglio anche per colpa dell'inquinamento luminoso presente sul sito osservativo che aumenta la luminosita' del fondo cielo; per cercare di minimizzare il piu' possibile si e' proceduto fotografando la cometa con una due esposizioni da 10 minuti ognuna e sommando poi le foto con un software specializzato. Le immagini sono state riprese il 9 agosto 2019 alla mezzanotte, ora di Greenwich. Come si puo' notare, anche in questo caso, il telescopio seguiva il moto proprio della cometa nel cielo: condizione praticamente indispensabile per poter ottenere immagini dell'oggetto piu' puntiformi possibile, vista l'elevata velocita' relativa rispetto alla Terra.
10/08/2019 00:09 UT
Telescopio Schmidt-Cassegrain diametro 200mm, lunghezza focale 2000mm (f/10)
Montatura EQ6 Pro
Camera CCD QHY8L raffreddata a -15 gradi centigradi, filtro UHC ed esposizione di 20 minuti a BIN 2x2.
Foto della 260P eseguita il 10 agosto 2019 con una esposizione unica di 20 minuti tramite una camera CCD QHY8L; la coda appare leggermente piu' evidente. La cometa in quel momento si trovava a 111 milioni di km dalla Terra.
C/2018 N2 ASASSN
11/08/2019
Telescopio Schmidt-Cassegrain diametro 200mm, lunghezza focale 2000mm (f/10)
Montatura EQ6 Pro
Camera CCD QHY8L raffreddata a -15 gradi centigradi, filtro UHC.
Dopo una serie di comete periodiche torniamo ad un oggetto con orbita praticamente parabolica che molto probabilmente non tornera' piu' in vicinanza del Sole: la C/2018 N2 ASASSN. Scoperta il 7 luglio 2018 con una magnitudine pari a 16,4 e' passata al perielio il 12 novembre 2019, ad un distanza dal Sole di 467 milioni di km. Il giorno 11 agosto 2019 sono riuscito ad individuare la cometa nel cielo ed a eseguire 5 foto da 10 minuti l'una di esposizione; in quel momento l'oggetto si trovava ad una distanza dalla Terra di 451 milioni di km. Le cinque immagini sono state montate insieme per creare un file GIF animato; il particolare curioso e' che la cometa, proprio durante la prima foto, stava occultando una stella, il fenomeno e' stato evidente con la seconda foto quando la stella e la cometa si furono prospetticamente separate. La stella interessata non ha un nome, in quanto troppo debole, ma solo un numero di catalogo: UCAC4-539-004836 ed e' di magnitudine 14,86. Anche in questo caso, come gia' visto per i casi di Catalina e PanSTARRS, il nome dell'oggetto e' stato attribuito ad un programma di ricerche attraverso il quale e' stato scoperto piuttosto che a una persona fisica. Il programma ASASSNAll Sky Automated Survey for SuperNovae e' un programma di ricerca internazionale finalizzato alla ricerca di supernovae extragalattiche. Si avvale di cinque siti osservativi per un totale di venti telescopi ed e' finanziato da vari istituti di ricerca nel mondo. Durante le sue ricerche ha incidentalmente finora scoperto anche due comete e dieci novae galattiche, oltre a 1.007 supernovae e aver effettuato misure di luiminosita' su 415.000 stelle variabili. e' destinato alla ricerca di supernovae extragalattiche ma durante le sue osservazioni scopre anche altri tipi di oggetti e uno di questi e' stata proprio questa cometa.
C/2020 F3 NEOWISE
19/07/2020 20:47 UT
Teleobiettivo 200mm di lunghezza focale con Canon EOS 350D
Montatura Vixen Super-Polaris
Esposizione 3 minuti.
Scoperta il 27 marzo 2020 dal telescopio spaziale
NeoWISEIl Wide-Field Infrared Survey Explorer e' un telescopio spaziale lanciato dalla
NASA nel 2009 ed e' destinato alla ripresa degli oggetti celesti alla lunghezza d'onda dell'infrarosso.
la cometa
C/2020 F3 NEOWISE raggiunse il perielio il 3 luglio dello stesso anno a 44 milioni di km dal Sole e, nel
frattempo, aveva sviluppato delle enormi code di gas e polveri. La sua orbita ha un'eccentricita' molto alta ma
non sembra una cometa parabolica, per cui dovrebbe far parte in maniera stabile della famiglia solare, anche se
con un periodo orbitale estremamente lungo valutabile intorno ai 6.800 anni. Nel punto piu' lontano della sua
orbita questa cometa raggiunge una distanza dal Sole di oltre 53 miliardi di km, ponendosi tra gli oggetti
appartenenti alla
Fascia di KuiperRegione del Sistema Solare che si estende dall'orbita di Nettuno a circa
4,5 miliardi di km dal Sole fino a 7,5 miliardi di km ed oltre. E' popolata da una grande quantita' di asteroidi e
pianeti nani e rappresenta una seconda fascia di corpi minori dopo quella principale situata tra le orbite di
Marte e Giove.
In questa foto, scattata con l'ausilio di un piccolo teleobiettivo, si vedono chiare e ben separate le due code:
una di gas ionizzato in alto e l'altra in basso e di colore decisamente piu' giallastro, di polveri. Come avevo
gia' illustrato precedentemente nel caso della cometa Hale-Bopp, la formazione delle code avviene a causa
della sublimazione dei ghiacci d'acqua, metano ed ammoniaca presenti sulla cometa in seguito all'aumento repentino
dell'irradiazione solare: il passaggio diretto dallo stato ghiacciato a quello gassoso causa una violenta
espulsione dei gas dalla superficie cometaria che trascina con se' anche polveri; immediatamente dopo i gas e le
polveri vengono spinti lontano dal nucleo cometario dalla pressione del vento solare, ovvero dal flusso di
particelle cariche e radiazioni elettromagnetiche emesso costantemente dal Sole. Si formano quindi due code
principali: una di gas che vengono ionizzati (gli atomi che compongono i gas perdono un elettrone) e che quindi
emettono luce ed un'altra di polveri trascinate via dalla cometa e che riflettono la luce del Sole. La coda di gas
ionizzati (Ion Tail) mantiene un'angolazione sempre opposta alla posizione del Sole, mentre la coda di polveri
(Dust Tail) curva seguendo il percorso orbitale della cometa e qualche volta, come nel nel caso della Neowise,
assume anche una forma a ventaglio. Le polveri perse dalla cometa si distribuiscono lungo la sua orbita come
nuvole di materiale interplanetario e, se la Terra in futuro si trovera' ad attraversarle, genereranno le meteore,
popolarmente chiamate stelle cadenti, che si possono spesso ammirare durante la notte.
19/07/2020 21:05 UT
Obiettivo 55mm di lunghezza focale con Canon EOS 350D
Montatura Vixen Super-Polaris
Esposizione 1 minuto a 1600 ISO.
In questa altra foto, scattata con un obiettivo di lunghezza focale inferiore rispetto alla precedente, si ha un campo apparente piu' grande e questo ha permesso di calcolare alcune caratteristiche fisiche delle code di gas e polveri: il tempo di esposizione e' stato di un solo minuto per evitare che risultasse visibile sia il movimento proprio della cometa sia l'effetto della rotazione terrestre sulle immagini stellari. Al momento dello scatto la cometa si trovava a 105,739 milioni di km dalla Terra e 83,6 milioni di km dal Sole. La coda di gas (Ion Tail) si trovava orientata con angolo di posizione (PA) di 35 gradi Ovest e con un'estensione angolare apparente di 8,18 gradi corrispondenti quindi ad una lunghezza reale di 15,2 milioni di km, l'angolo di posizione del Sole rispetto alla cometa era di 219 gradi, ovvero +184 gradi rispetto all'angolo di posizione della coda di gas ionizzati; la coda si presentava sottile, priva di interruzioni, con qualche apparente discontinuita' strutturale, tendente ad allargarsi e sfilacciarsi nella sua parte finale e di colore bluastro, in accordo con le tipiche code di gas cometarie. La coda di polveri (Dust Tail) appare molto allargata, ricurva ed a forma di ventaglio, compresa tra gli angoli di posizione 25 gradi ovest e 26 gradi est, con un'ampiezza angolare apparente di circa 51 gradi; la sua massima estensione angolare apparente sembra essere di 8,67 gradi corrispondenti a 16,1 milioni di km. Anche la colorazione di quest'ultima coda e' quella tipica delle code di polveri cometarie: giallastre o tendenti al rossiccio.