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Blog di Astronomia di Massimo Dionisi

Neowise C/2020 F3 – 19 luglio 2020

DiMassimo Dionisi

Lug 24, 2020

La cometa C/2020 F3 Neowise è stata scoperta il 20 marzo 2020 dal telescopio spaziale WISE (Wide-field Infrared Survey Explorer) della NASA, lanciato il 14 dicembre 2009 e destinato alla mappatura del cielo nelle lunghezze d’onda dell’infrarosso. Una volta determinata l’orbita della cometa, si è scoperto che la sua eccentricità era molto alta ma inferiore ad 1, quindi si tratta di una cometa periodica anche se con un periodo orbitale lunghissimo, pari a circa 6.700 anni. Nel suo punto più lontano dal Sole la cometa si trovava in una zona molto esterna del sistema solare, chiamata Fascia di Kuiper (Kuiper Belt), ben oltre l’orbita di Nettuno e Plutone e corrispondente ad una distanza di oltre 53 miliardi di km. Il 3 luglio 2020 la cometa ha raggiunto la sua minima distanza dal Sole, corrispondente a 44 milioni di km e nel frattempo aveva provveduto a sviluppare delle enormi code di gas e polveri.

La formazione delle code avviene a causa della sublimazione dei ghiacci d’acqua, metano ed ammoniaca presenti sulla cometa in seguito all’aumento repentino dell’irradiazione solare: il passaggio diretto da stato ghiacciato a gassoso causa una violenta espulsione dei gas dalla superficie cometaria che trascina con sé anche polveri; immediatamente dopo i gas e le polveri vengono spinti lontano dal nucleo cometario dalla pressione del “vento solare”, ovvero dal flusso di particelle cariche e radiazioni elettromagnetiche emesso costantemente dal Sole. Si formano quindi due code principali: una di gas che vengono ionizzati (gli atomi che compongono i gas perdono un elettrone) e che quindi emettono luce ed un’altra di polveri trascinate via dalla cometa e che riflettono la luce del Sole. La coda di gas ionizzati (Ion Tail) mantiene un’angolazione sempre opposta alla posizione del Sole, mentre la coda di polveri (Dust Tail) curva seguendo il percorso orbitale della cometa e qualche volta, come nel nel caso della Neowise, assume anche una forma a ventaglio. Le polveri perse dalla cometa si distribuiscono lungo la sua orbita come nuvole di materiale interplanetario e, se la Terra in futuro si troverà ad attraversarle, genereranno le meteore, popolarmente chiamate stelle cadenti, che si possono spesso ammirare durante la notte.

Il 23 luglio 2020 la cometa Neowise è passata nel punto della sua orbita più vicino alla Terra, a circa 103 milioni di km di di distanza.

Il giorno 19 luglio 2020 l’autore ha fotografato la cometa dalla località Argentiera (Sassari, Italy) in due modalità: la prima alle ore 20:45 UT (Universal Time) con un obiettivo da 200mm di lunghezza focale ed alle 21:00 UT con un obiettivo da 55mm di lunghezza focale. La seconda foto, scattata con un obiettivo di lunghezza focale inferiore, presenta un campo apparente più grande e ha permesso di calcolare alcune caratteristiche fisiche delle code di gas e polveri; il tempo di esposizione è stato di un solo minuto per evitare che risultasse visibile sia il movimento proprio della cometa sia l’effetto della rotazione terrestre sulle immagini stellari. Al momento dello scatto la cometa si trovava a 105,739 milioni di km dalla Terra e 83,6 milioni di km dal Sole, la coda di gas (Ion Tail) si trovava orientata con angolo di posizione (PA) di 35° Ovest e con un’estensione angolare apparente di 8,18° corrispondenti quindi ad una lunghezza reale di 15,2 milioni di km, l’angolo di posizione del Sole rispetto alla cometa era di 219°, ovvero +184° rispetto all’angolo di posizione della coda di gas ionizzati; la coda si presentava sottile, priva di interruzioni, con qualche apparente discontinuità strutturale, tendente ad allargarsi e sfilacciarsi nella sua parte finale e di colore bluastro, in accordo con le tipiche code di gas cometarie. La coda di polveri (Dust Tail) appare molto allargata, ricurva ed a forma di ventaglio, compresa tra gli angoli di posizione 25° ovest e 26° est, con un’ampiezza angolare apparente di circa 51°; la sua massima estensione angolare apparente sembra essere di 8,67° corrispondenti a 16,1 milioni di km. Anche la colorazione di quest’ultima coda è quella tipica delle code di polveri cometarie: giallastre o tendenti al rossiccio.

La cometa Neowise C/2020 F3 la sera del 19 luglio 2020 alle ore 21:05 UT. Sono riportati anche i nomi di alcune stelle di campo, appartenenti alla costellazione dell’Orsa Maggiore. Esposizione 1 minuto con obiettivo 55mm di focale.

Dall’esame della prima immagine delle ore 20:45 e risultante da un’esposizione complessiva di tre minuti, risulta anche abbastanza evidente come siano presenti due tipologie di code di polveri: una di forma parabolica e di aspetto più denso ed un’altra, che forma il ventaglio di cui già accennato, e che appare più diffusa. E’ possibile, ma si tratta semplicemente di un’opinione dell’autore, che la prima coda sia formata da particelle di polveri più piccole che seguono il flusso del vento solare e che si mantengono quindi su una traiettoria abbastanza parallela alla coda di gas fino a che le forze gravitazionali non iniziano a modificarle; la seconda coda a ventaglio potrebbe essere invece composta dalle particelle più grandi rilasciate dalla cometa, espulse principalmente a causa della sublimazione esplosiva avvenuta nei ghiaccia cometari ma su cui l’effetto repulsivo del vento solare è molto minore per via della loro maggiore massa e che quindi si trovano a seguire il percorso orbitale della cometa, imprigionate dalle leggi della gravitazione.

 

La cometa ripresa alle 20:45 UT (circa 15 minuti prima della foto precedente) con obiettivo 200mm e empo di esposizione complessivo di tre minuti

Negativa dell’immagine precedente, utile per meglio identificare le varie componenti nella coda della cometa.

Il 13 luglio è stata confermata la presenza di una terza tipologia di coda: di sodio, presente solo nelle comete più luminose come ad esempio la Hale-Bopp del 1997; questo tipo di coda non è però osservabile nelle fotografie qui presentate. Il diametro del nucleo cometario è stato stimato intorno ai 5 km.

Riferimenti: elementi orbitali ed effemeridi da JPL’s HORIZONS System Web-Interface

 

Massimo Dionisi

Sassari, 24 luglio 2020.

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