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Blog di Astronomia di Massimo Dionisi

Giove, dieci anni fa

DiMassimo Dionisi

Set 21, 2020

Giove e’ senza dubbio il pianeta che ho fotografato di piu’ in tutti gli anni della mia attivita’ di astrofilo. Se consideriamo anche i decenni di osservazioni visuali, posso affermare in sicurezza che il pianeta gigante e’ quello a cui ho dedicato piu’ attenzioni in assoluto.

Questo mondo misterioso e multicolore affascina sempre chi lo osserva; unendo questo alla relativa facilita’ con cui e’ possibile percepire i dettagli della sua tumultuosa e variopinta atmosfera ed alla danza che quotidianamente eseguono le sue maggiori lune, e’ inevitabile che sia uno dei soggetti preferiti da parte degli appassionati di astronomia.

Le immagini che presento in questo articolo sono abbastanza datate, si riferiscono infatti all’opposizione avvenuta nel 2010, in cui Giove si presento’ agli osservatori in una maniera molto particolare.

Normalmente l’aspetto di Giove e’ quello in cui si osservano due bande colorate poste una a nord e l’altra a sud dell’equatore, con la Grande Macchia Rossa che transita ogni 10 ore circa sul disco, insieme ad un’enorme quantita’ di altre macchie colorate, perturbazioni atmosferiche, tempeste e cosi’ via.

Dieci anni fa pero’ la Banda Equatoriale Sud (abbreviata come SEB, South Equatorial Belt) scomparve completamente. A dire la verita’ questo fenomeno era gia’ avvenuto in passato, molti anni fa ma ad oggi il fenomeno non e’ ancora stato definitivamente spiegato.

Una delle ipotesi avanzate sosteneva che al di sopra della SEB si fossero formati strati di nuvole di ammoniaca, simili a cirri, che avevano completamente coperto la banda di nubi colorate sottostanti. In ogni caso l’effetto che si produsse fu insolito, spettacolare e, per alcuni, anche un poco inquietante. Senza dubbio testimoniava una volta di piu’ come il pianeta gigante avesse ancora molti segreti nascosti e che, in qualunque momento, poteva manifestare comportamenti inusuali.

Ecco qui sette immagini da quelle selezionate di quella campagna osservativa di tanti anni fa. La cosa rimarchevole è che tutte queste foto furono ottenute lavorando con una semplice webcam della Philips (Toucam) a cui fu apportata solo una piccola modifica per permettergli di potersi collegare al telescopio al posto dell’oculare. Il telescopio utilizzato fu il solito Schmidt-Cassegrain da 200mm f/10. Quindi anche strumenti sostanzialmente modesti è possibile portare a casa dei risultati apprezzabili.

Nella foto precedente il satellite Ganimede che proiettava la sua ombra sul disco di Giove.

Il satellite Ganimede che esce dal transito sul disco di Giove.

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